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Just Dancers - di Raoul Iacometti

dal 15 al 30 settembre Sesto San Giovanni
Spazio Contemporaneo Carlo Talamucci

Comunicato

Osservando le fotografie di danza non è lʼammirazione per la bellezza dei gesti e lʼequilibrio dei movimenti a colpire subito ma la difficoltà che deve aver incontrato lʼautore per riuscire a restituirci lʼarmonia dellʼinsieme e, soprattutto, lʼatmosfera che da sempre accompagna questo mondo.

Raoul Iacometti si avvicina alla danza con il rispetto che merita ma la indaga con sguardo sicuro perché non intende fermarsi a quanto tutti vedono – lo spettacolo mostrato al pubblico – ma andare oltre per indagare in un dietro le quinte non di maniera. Proprio la sua formazione di fotoreporter lo ha spinto ad accostare i diversi aspetti di ciò che ha osservato per creare un percorso fatto di spunti, di osservazioni, di sottolineature che avanza in modo volutamente non sistematico alternando il bianconero e il colore, le riprese dello spettacolo e quelle del lungo lavoro di preparazione che lo hanno reso possibile.

Di fronte al saggio, Iacometti gioca sui temi del coinvolgimento emotivo e nelle riprese dʼassieme trasmette la sensazione di essere in mezzo alla scena come ne fosse compartecipe. In altri casi trasforma i limiti in pregi accentuando il gioco di ombre
delle ballerine che potrebbe sembrare fastidioso e, volutamente esasperato, diviene invece un intrigante e continuo rimando. Visitando la Civica Scuola di Danza di Sesto San Giovanni durante i vari corsi lʼaspetto reportagistico emerge in tutta la sua evidenza già a partire dalla scelta di lavorare in bianconero, ma il fotografo non va alla ricerca delle immagini ad effetto preferendo soffermarsi sugli esercizi che permettono a tutte le
protagoniste di fare in modo che la loro personale bravura di incontri con quella delle altre per ottenere una sintesi armoniosa. Fatica, sudore, grandi specchi, muscoli tesi in una continua sfida a se stessi, tute, scaldamuscoli, tutto si mescola in un assieme che sa di rigore e dove tutto sembra ancora provvisorio con lʼesclusione dei capelli, quelli sì pettinati e raccolti come per la sera della “prima”.

Restano, di questo lavoro, anche singole immagini di particolare bellezza, soprattutto quando a dominare è la luce che talvolta invade la scena in unʼatmosfera monocromatica. Cʼè una fotografia capace di sintetizzare tutto il lavoro ed è quella che coglie una ragazza che prima di entrare in scena si affaccia da una quinta per osservare, tesa ed attenta, lo spettacolo. Colpisce la differenza fra la luce calda che caratterizza il palcoscenico verso cui guarda e quella fredda del retropalco. Eʼ come se le zone, divise dal sipario, fossero due mondi: uno ordinato ma costruito per la finzione della rappresentazione, lʼaltro disordinato, confuso dove tutto sembra provvisorio come nella vita reale

Roberto Mutti
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www.sestosg.net

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Mostre
Quando:   dal   al   30/09/2011
Regione   Lombardia
Città:   Sesto San Giovanni
www.sestosg.n

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