Woman at work

Da sempre e nell’immaginario collettivo, il concetto di lavoro pone una
profonda frattura di genere. Non solo. Il lavoro, per definizione, è
quella forza, unita alla consapevolezza di sé, che permette di
realizzare la propria natura potenziale, portando a termine compiti
etici che possano fornire un beneficio spirituale e morale a se stessi,
all’ambiente sociale e naturale.
Benché
questa dimensione etica sia fortissima e preponderante nell’uomo,
nell’attuale periodo di crisi strutturale che stiamo attraversando, a
volte si traduce in un’aperta e indignata condanna verso la recente
cristallizzazione dello status di dis-occupazione. In questo binomio
femminile, le autrici utilizzano la fotografia e le arti visive come
attivatori emozionali tra i più efficaci nella comunicazione
interpersonale dove non esistono seduzioni estetiche: non c’è
incomunicabilità e non ci sono vari piani di senso; non ci sono generi
né vettori. Solo momenti di orizzontale consapevolezza. Benchè il
vocabolario dello sguardo indichi come intima una visione verso
l’oggetto osservato a una distanza di 40 cm, come personale quella dai
40 ai 120 cm e come sociale quella oltre i 120 cm, l’atto fotografico di
queste donne è inteso come un campione di prelievo dalla realtà. Oltre
l’estetizzazione diffusa del lavoro e quindi del reale qui
rappresentato, vince lo sguardo calloso delle donne che lavorano con la
fotografia e che attraverso questo linguaggio riescono a raccontare il
lavoro di altre donne, in un’ottica a specchio.” (Valentina Isceri)
Arianna Sanesi, attraverso degli scatti documentaristici, presenta
Lu. Diminutivo affettuoso di Ludmila, è un work in progress sulle donne
che arrivano in Italia dai paesi dell’Est per garantire alla propria
famiglia d’origine un futuro migliore e rientra nel più complesso
progetto Homecoming del collettivo MICRO: storie d’immigrati che
rientrano nel proprio paese d’origine per le vacanze.
Claudia Corrent, in un bellissimo atto di esecuzione programmata,
“flashia” sulla vita e speranza di occupazione futura, da parte di
giovani stranieri, fornendoci una sorta di libretto anagrafico o
libretto di lavoro delle proprie ambizioni. I dittici ritraggono
adolescenti tra i 14 e i 19 anni, studenti della scuola professionale di
Bolzano. Tra di loro si contano anche diversi stranieri, dalla
Macedonia al Pakistan fino alla Serbia. Proprio come la vecchia
consuetudine, che prevedeva la trascrizione nel libretto di lavoro e
distingueva l’impiegato di concetto dall’impiegato di complemento,
Vorrei registra l’atto espositivo di una metodologia (le annotazioni
dei soggetti fotografati) al primo approccio alla vita “laburista” problematizzando il sistema di cui si è parte.
Galleria Gallerati (Via Apuania, 55 – I-00162 Roma – Tel. +39.06.44258243 – Mob. +39.347.7900049)
Inaugurazione: sabato 20 ottobre 2012, ore 19.00-22.00
Fino a venerdì 9 novembre 2012 (ingresso libero)
Orario: dal lunedì al venerdì: ore 17.00-19.00 / sabato, domenica e fuori orario: su appuntamento
www.galleriagallerati.it, www.fotografiafestival.it
PROVAPROVA
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