Fotografia come antropologia

l Laboratorio del Museo della Fotografia
Politecnico di Bari presenta: "Fotografia come antropologia" di Sisto Girodi
Giovedì 10
gennaio ore 17:30 Sala Conferenze Politecnico di Bari - Via G.
Amendola n 126/B Bari Palazzo
Politecnico
ingresso libero
Sisto
Giriodi,
architetto, docente di Progettazione architettonica al Politecnico
di Torino, da fotografo di
territorio lavora da più di dieci anni ad un progetto di lunga durata –
l’Atlante Piemontese – nel quale raccoglie i miti-enigmi che il progresso
nasconde nelle campagne del Basso Piemonte; ‘capitoli’ dell’Atlante’ sono stati
esposti in Italia ed all’estero, mentre ‘pagine’ dell’Atlante sono conservate in
collezioni private e nel Dipartimento di Fotografia della Biblioteca Nazionale a
Parigi.
Notevole riscontro ha ottenuto il progetto su Torino, città
trasformata dalle ‘bandiere della pace’, al festoso teatrino tricolore (in
occasione dei 150 anni di Unità d’Italia); sulla città trasformata dai cantieri
della metro nel centro storico in un teatrino bellicoso; sulla città trasformata
dagli anni ‘olimpici’, o su aspetti singolari di Torino: sui circoli dei
canottieri sul Po, sulle case a colori del dopo guerra; sulle storia di una
tecnica artigianale, quella delle facciate in finta pietra. Il modello
dell’atlante è all’origine anche di due ‘campagne’ fuori dei confini del
Piemonte: quella sugli enigmatici cancelli rurali in Puglia e quella su Parigi
come ‘festa mobile’.
FOTOGRAFIA
COME ANTROPOLOGIA
Sisto Giriodi parte dagli incunaboli della Fotografia, fatta di
pratiche quasi negromantiche,
osservando le diverse fasi del processo storico, attraverso la visione
ideologico-romantica, passando così dall’osservazione dei nuovi modelli
scientifici di revisione radicale del concetto di spazio alla fotografia del
nulla, senza temi, espressione della
società del nulla, caratterizzata dalla società industriale, fino a quella
del tardocapitalismo, in cui l’immagine è frammentata, decentrata in ogni parte
del mondo dalla potenza della tecnologia spinta della rete mentre il paesaggio
muta più in fretta del nostro recepimento.
Sisto Giriodi decide per il suo progetto di andare alla ricerca di
vecchie fotografie, di ritratti spontanei, di immagini di strada, che colgono
un’espressione istintiva nel suo farsi, nel suo contesto urbano o rurale di
gruppi ritratti tra la fine dell’800 a quelli più liberi del ‘900.
Icone spesso trascurate dalle storie della
fotografia.
Immagini
che attirano per la ricchezza di espressioni, dei dettagli, per la capacità di
restituire la vita di gruppo tra XIX e XX secolo: che si tratti di un clan
familiare, di bambini a scuola, di ragazzi di oratorio, di soldati in caserma,
di cuochi e camerieri in trattorie e ristoranti, di contadini in una cascina;
ogni
fotografia si distingue per la capacità di raccontare storie oggi lontane e
diverse, che nessun altro riesce a narrare cosi
bene.
PROVAPROVA
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