Guy Bourdin è considerato uno degli autori più interessanti del panorama
artistico e fotografico del XX secolo: un artista con una percezione
dell’arte, della moda, della pubblicità e della vita, unica nel suo
genere, caratterizzata da una costante ricerca della perfezione.
Alla fine degli anni ’70 con i suoi scatti Bourdin è stato il promotore e
fautore di un radicale cambiamento nell’ambito della fotografia di moda
e della creazione per immagini. Nella sua carriera ha lavorato per
Vogue e Harper’s Bazaar firmando molte collaborazioni e campagne
importanti come quelle per Charles Jourdan, Versace, Gianfranco Ferrè,
Ungaro, Lancetti e Roland Pierre. E proprio quaranta anni fa, nel 1972,
pubblicava il suo primo servizio fotografico per Vogue Italia.
Ispirato dal suo mentore Man Ray, dal fotografo Edward Weston e dai
pittori surrealisti René Magritte e Balthus, Bourdin ha trascorso gli
anni della sua formazione nella Francia reazionaria del dopo guerra,
culturalmente intrisa di taboo e censure. Influenzato dalla libertà di
espressione tipica del movimento surrealista, e con un certo gusto per
la provocazione e la stilizzazione, ha esplorato con grande passione il
concetto di desiderio come espressione autentica dell’essere, proponendo
nelle sue fotografie ricostruzioni sceniche ambigue, narrazioni
suggestive e un$$estetica dirompente. La ricerca della bellezza, il tema
della vita e della morte, e la sessualità, da lui considerati momenti
chiave di ogni esistenza, sono aspetti che ricorrono spesso nei suoi
lavori più noti. Visionario dall’immaginazione fervida nelle sue
fotografie ha utilizzato spesso la metafora per indagare realtà
contraddittorie esaltandone le qualità più sublimi e irrazionali. Capace
di creare immagini affascinanti sotto il profilo narrativo, della
composizione e dei colori, Bourdin ha esplorato la distanza fra
l’assurdo e il sublime. Per quanto molte siano state le sue fonti di
ispirazione il suo corpus di lavori restituisce una visione artistica
unica e mai convenzionale, il suo sguardo ha rotto ogni convenzione
preesistente nella fotografia commerciale e ha contribuito a rinnovare, e
spesso a espandere, i limiti della fotografia di moda e dei suoi
immaginari più consueti.
A distanza di anni le fotografie di Bourdin non hanno perso quella forza
provocatoria che le ha viste nascere e, a quasi 18 anni dalla sua
morte, la sua eredità artistica è celebrata dai musei di tutto il mondo e
continua a ispirare generazioni di fotografi.
Nata come una ricerca e divenuta poi una pubblicazione e una mostra, A
MESSAGE FOR YOU raggruppa la produzione di Bourdin della fine degli anni
‘70 quando, nel pieno della sua maturità artistica, il suo sguardo
attento registra i cambiamenti sociali di quel periodo: la libertà
sessuale, il capitalismo, gli eccessi del consumismo e la presenza
crescente dei media. Tutti temi che trovano la loro perfetta
collocazione sulle pagine patinate delle riviste di moda. La mostra
cattura il periodo più significativo della sua carriera focalizzandosi
su un corpus unico di lavori che Guy Bourdin produsse in collaborazione
Nicolle Meyer, sua musa e modella, che conobbe quando lei era appena
diciassettenne.
Le 75 stampe moderne esposte in mostra sono una raccolta di alcune
immagini pubblicate su Vogue France e di diverse campagne pubblicitarie
come Charles Jourdan, il calendari Pentax e Versace, oltre a una
collezione di immagini mai pubblicate provenienti dall’archivio di Guy
Bourdin. Completa l’esposizione una proiezione che raccoglie 150
immagini presentando una sorta di viaggio attraverso i paesaggi visivi
di Guy Bourdin. Si tratta di una selezione che raccoglie polaroid,
testi, annotazioni, negativi, ritratti di Bourdin, che anticipano le
fotografie future: un viaggio nella mente curiosa dell’artista, intenso,
sorprendente e allo stesso tempo pieno di humour.
La mostra è accompagnata dal catalogo Guy Bourdin A MESSAGE FOR YOU, a cura di Nicolle Meyer e Shelly Verthime, pubblicato da Steidldangin, edizione inglese (48 euro).
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