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Umanità. Fotografie di Franco Carlisi

E’ dedicata alla produzione artistica del fotografo siciliano Franco Carlisi la mostra, a cura di Giusy Randazzo, " Umanità. Fotografie di Franco Carlisi, che sarà inaugurata martedì 10 settembre alle ore 18.00 al Centro Culturale Candiani con un intervento di Italo Zannier.

"Il viaggio visionario che ci propone Franco Carlisi non tradisce la realtà trasfigurandola, semmai l´attraversa illuminandola, cogliendo l´evento nella sua intima rivelazione. A noi giunge obliquamente, però, protetto dal gioco costante di riflessi, di rimandi, di riverberi che complicano la geometria dell´immagine e rendono la composizione articolata ed eterogenea. È la bellezza ad accompagnarci nella lettura e a farci afferrare l´implicito. Anche soltanto per un momento.
Quattro le sezioni di questa mostra, per tre lavori in cui il gesto fotografico ricapitola la migliore tradizione e la supera innovandola nell´approccio, nello stile, nella tecnica e nella ricerca del vero. Carlisi non narra l´angoscia, la morte, il dolore, se non attraverso la gioia di vivere con tutte le contraddizioni che essa contiene, le quali diventano suggestioni, accenti enigmatici, rifrazioni, bagliori, che consentono a ogni osservatore di leggere le immagini a partire sempre dal proprio vissuto. Ci si sente a casa guardando queste fotografie. È la nostra personale memoria a riconoscerle. Sono lì i nostri sentimenti, le nostre debolezze, la nostra allegria, la nostra tristezza, la nostra caducità, la nostra resistenza, persino l´ultima, come recita la didascalia di una foto. Le linee morbide del fuori fuoco o la narrazione fantasmatica dell´open flash o la discrezione del mosso restituiscono la possibilità di una lettura sempre diversa, sempre nuova, sempre personale, pur conservando un accento universale che parla del mondo, delle sue emozioni e poi delle fragilità, della melanconia, della serietà, della leggerezza di certa umanità semplice che sa abitare la terra. La ricerca costante delle sfumature di grigio, i contorni indefiniti, la luminosità del buio rivelano un´artisticità che, per quanto non voluta e non pensata, ha mosso la mano, ha diretto lo sguardo, ha colto l´imprevisto. Ma anche nei colori, l´implicito, il connotativo rimane un segno forte, anche se non totalizzante; è intimamente legato al livello indiziale, non vuole funzionare latentemente in modo manipolatorio, piuttosto dare all´osservatore la possibilità di una decodifica franca, soggettiva ma organica e profonda. Qui è la bellezza a dirigere lo sguardo, semmai, a suggerire la via della riflessione. Scuote, genera il dubbio, rende consapevoli delle proprie credenze, ci coglie sorpresi e persino impreparati. Una bellezza indubitabilmente etica, perché è del nostro ethos che narra, qualunque cosa esso sia: carattere, comportamento, temperamento, costume, abitudine, gestualità. Di noi umani, come noi siamo, come noi non possiamo che essere, come noi non possiamo che essere necessariamente quando nasciamo e cresciamo in un contesto preciso. Così nel Valzer di un giorno (IV sala) culture, tradizioni, usanze, memorie, consuetudini si fondono in una spirale emotiva che -attraverso le singole azioni, i più piccoli turbamenti, l´orgoglio di un momento sognato, la fatica incisa nel corpo antico, la fedeltà alla terra amata, il rispetto ai sacri penati- percorre la storia di un popolo. Con Iavaivoi (II sala) il figurativo spesso abdica del tutto, ma ancora una volta Carlisi non tradisce la realtà e non rompe il patto di lealtà con l´osservatore, piuttosto offre una visione potente che scava nell´evento, magnificando i gesti e i paesaggi, donando a essi l´aura dell´opera d´arte. Eppure è la carne qui che parla sopra ogni cosa, che racconta di Davide e Claudia, del loro felice legame e attraverso esso descrive la gioia della povertà, quando non è miseria, quando si fa amore per le piccole cose e trasfigura in bellezza persino ciò che bello non è. Non soltanto osserviamo le fotografie, ma riusciamo anche ad ascoltarle, perché un ritmo intride le immagini, unisce la narrazione e restituisce l´intensità dell´amore dei due giovani. E poi il terzo lavoro, Umanità, da cui il titolo della mostra (I sala). La caravaggesca capacità di costruire la luce con i toni di nero è evidente. Le suggestioni che offrono le immagini non lasciano scampo a chi vorrebbe destinare soltanto uno sguardo alla visione, poiché costringono ogni osservatore alla contemplazione delle faccende umane e a una riflessione su di esse. L´umanità qui ci guarda, ci racconta di noi quel che di noi stessi non sappiamo, della potenza del nostro sorriso, della nostra capacità di volare quando siamo felici, della nostra tenerezza verso la fragilità dell´infanzia e della vecchiaia, della sensualità e dell´allegria della nostra nudità, della profondità arricchente dei nostri sguardi. Di nuovo noi. Noi e la nostra vita. Noi e la nostra storia. Noi e la nostra memoria. Noi protagonisti, noi decifranti, noi fotografi della nostra vicenda esistenziale. Per tal motivo, nella III sala -Lumina-, al visitatore è offerta una torcia: per sviluppare da solo le fotografie, per incontrare lo stesso istante -gravido di bellezza, imprevisto eppure atteso- che ha incontrato Carlisi e per percepire l´emozione di lui quando, nel battito d´ali di un colibrì, ha deciso di cristallizzarlo in queste immagini. E farcene dono. Un´esperienza intensa che restituisce all´osservatore l´importanza della sua fruizione, per se stesso e per tutti i significati che attraverso lui giungeranno al mondo."
Giusy Randazzo


Franco Carlisi è nato nel 1963 a Grotte (AG). Laureato in Ingegneria Elettrica a Palermo, ha cominciato a dedicarsi alla fotografia nel 1994. In questi anni ha svolto la sua attività fotografica prevalentemente nei paesi del bacino del Mediterraneo e nella sua isola, alternando la necessità della testimonianza all’uso diaristico e introspettivo del mezzo fotografico. Dal 2006 dirige il periodico di immagini e cultura fotografica Gente di Fotografia. È interessato alla definizione di nuovi spazi estetici e concettuali evocati tramite la contaminazione dei linguaggi. Il tentativo di andare oltre i cliché tradizionali lo pone, nel panorama fotografico, come un innovatore nell’uso di tecniche, care al reportage, ma da lui usate anche con esiti espressionistici. Ha al suo attivo numerose mostre personali e collettive. I suoi lavori sono stati esposti in Inghilterra, Francia, Austria, Germania, Russia e Marocco.

Organizzatore: Centro Culturale Candiani
Inaugurazione: 10 settembre 2013 alle ore 18:00 presso Centro Culturale Candiani -Piazzale Candiani 7 - 30174 Mestre Venezia
Durata: dal 10 settembre 2013 al 06 ottobre 2013
Orari: venerdì 15.30 – 19.30 sabato e domenica 10.30 – 12.30 e 15.30 – 19.30 chiuso dal lunedì al giovedì aperture straordinarie: mercoledì 11 e giovedì 12 settembre 15.30 – 19.30
Dove: Centro Culturale Candiani -Piazzale Candiani 7 - 30174 Mestre Venezia
Info: mail
Link: http://www.centroculturalecandiani.it


PROVAPROVA
Per maggiori informazioni (bando, scheda di partecipazione, etc. etc.) visitate il sito degli organizzatori
www.centroculturalecandiani.it/

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Mostre
Quando:   dal 06/10/2013   al   10/09/2013
Regione   Veneto
Città:   Mestre (Ve)
www.centrocul

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