Inside Out - Mostra personale di Gohar Dashti

Dal 24 ottobre 2013 al 24
gennaio 2014, Officine dell’Immagine di Milano ospita per la prima volta
in Italia la personale della giovane artista iraniana Gohar Dashti, una
delle più talentuose voci dell’arte contemporanea mediorientale.
Già
molto apprezzata nel panorama artistico internazionale, Gohar Dashti
appartiene a quella generazione di giovani iraniani nati in un periodo
storico di grande complessità, a cavallo cioè fra la Rivoluzione
Islamica del 1979 e la sanguinosa guerra Iran-Iraq (1980-1988). Il
tormentato passato, così come la testimonianza di un presente ancora in
bilico fra desiderio di modernizzazione e la salvaguardia di tradizioni
culturali e religiose islamiche integraliste, sono le tracce dalle quali
si snoda la riflessione artistica di questa promettente fotografa
persiana. L’indagine che ne consegue è una simmetria creativa dove gioca
un ruolo essenziale l’analisi della psiche dell’uomo, in rapporto alla
storia culturale di un Paese dalle forti ambivalenze.
INSIDE OUT,
questo il titolo della mostra curata da Silvia Cirelli, propone un
percorso culturale prima ancora che artistico, in cui si articolano le
contraddizioni di una contemporaneità condizionata continuamente dallo
spettro di conflitti sociali, politici, pubblici (l’outside), che hanno
immancabilmente risonanze sulla vita privata degli iraniani, sulla loro
sfera intima (l’inside). L’arte di Gohar Dashti sorprende per una
raffinatezza tagliente, che mostra sofferenze atroci, ma con metafore
sottili che solo svalicando la barriera dell’apparente oggettività si
possono comprendere. Nulla è esplicito, al contrario, la verità viene
rivelata da un puzzle di elementi nascosti, che scoprono suggestioni
fino a quel momento inconfessate.
Nell’esposizione di Milano
saranno visibili, in esclusiva italiana, le serie più famose di
quest’artista, in una selezione che ne raccoglie i tratti distintivi,
confermandone l’unicità lessicale. Today’s Life and War, del 2008, già
dal titolo denuncia la difficile condizione del vivere quotidianamente a
contatto con la guerra. La coppia protagonista è infatti costretta a
una dimensione domestica dove è sempre presente l’ombra della violenza:
in uno scatto i due giovani pranzano serenamente, mentre alle spalle
arriva un temibile carrarmato, in un altro sono obbligati a stendere i
propri panni su del filo spinato, in un altro ancora, si addormentano
circondati da un’inquietante squadra militare. Nonostante la continua
minaccia di pericolo, non c’è mai rassegnazione sui loro volti, quanto
invece fermezza, determinazione a resistere. Questo stesso rigore è
percettibile anche nella serie Slow Decay, nella quale si aggiunge però
una severità che suggerisce un’agonia intensa. L’immobilità della scena
regala storie private, dolori intimi sospesi fra spazio e tempo, dove lo
sguardo dei personaggi annuncia segreti forse ancora troppo amari
perché siano dichiarati. La severità viene poi abbandonata nella recente
serie Volcano, del 2012, in cui l’artista mette in scena una sorta di
teatro dell’assurdo, con personaggi che ridono divertiti e una strana
creatura che si aggira fra gli spazi. Seppur la sensazione iniziale sia
quella di un’atmosfera rilassata e gioiosa, l’anomala presenza crea
scetticismo nell’osservatore, che non sa se aspettarsi una catastrofe
annunciata, oppure un gioco innocente. La mostra si chiude infine con
l’ultima serie di Gohar Dashti, Iran, Untitled, presentata a Milano in
esclusiva assoluta. Lo scenario cambia nuovamente, spostandosi nella
periferia di Tehran, in un paesaggio nostalgico e silenzioso. Qui si
consumano piccole trame di vita, che rievocano la grazia dei
tradizionali haiku giapponesi, noti per riuscire a tradurre in
linguaggio, l’intensità di un’emozione.
Biografia
Gohar Dashti
è nata ad Ahvaz (Iran) nel 1980, attualmente vive e lavora a Tehran.
Laureata nel 2003 alla Fine Art University di Tehran, nel 2005 si è poi
specializzata con un Master in Fotografia. Ha partecipato a numerose
residenze d’artista e scholarship come DAAD award (2009-2011), Visiting
Arts (1mile2 project), Bradford/London, UK (2009), International Arts
& Artists (Art Bridge), Washington DC, USA (2008). Al suo attivo ha
numerose mostre sia in importanti Musei stranieri, come il Mori Art
Museum di Tokyo (JP), il Fine Art Museum di Boston (USA), il National
Taiwan Museum of Fine Art (TW), la Devi Art Foundation di Gurgaon (IN) e
il Grimmuseum di Berlino (DE); che partecipazioni a Festival e
Biennali, come l’Asian Art Biennial (2013), il Fotofestival di Oslo
(2013), Le Printemps de Septembre Festival di Tolosa (2012) e il
Photoquai di Parigi (2009).
PROVAPROVA
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