FOTOGRAFIA, Festival internazionale di Roma 10-ott-2014 / 11-gen-2015 - XIII edizione del Festival dedicata al ritratto.
"La centralità del ritratto - Nel 1543 Carlo V incaricò Tiziano di ritrarre sua moglie Isabella. La pratica del ritratto è un’esperienza complessa: identità, materia, linguaggi e lentezza. La “centralità dell’artista” è decisiva. Tiziano dipingeva Isabella morta da quattro anni. La fotografia ritrae persone vive e, solo in rari casi, morte.
Il festival della fotografia è la creazione di un enorme ritratto. È generare altre occasioni per vivere: incontri, incroci e sovrapposizioni di molte esperienze, emozioni e vite interiori. Ogni festival, a diversi livelli, è stato questo: una simbolica piazza crocevia di amicizie forti e durature, di sapere, di amori e purtroppo di scomparse (all’indimenticabile Anna Gianesini saranno dedicate le lectures del festival). Il tredicesimo festival è un’enorme quadreria di ritratti nella quale il pubblico interagisce con le fotografie, le pareti rimandano sguardi agli sguardi e il tutto genera nuove immagini. Fotografie “lente” che ogni attimo danno vita a immagini in movimento: questa è la nostra cura per l’accumulazione “malata” di immagini che contraddistingue gli ultimi anni.
Questa grande quadreria parte dal macro, e si diffonde in città, nelle accademie di cultura straniere, nei teatri di periferia, gallerie, e altri musei. Ogni luogo, ogni volta, genera interazioni e nuove immagini, vive. La magia di ogni singolo allestimento genera risposte diverse. Dobbiamo proteggere con il vetro gli anarchici non protetti nell’Ottocento, e vogliamo proteggere i loro documenti. E poi Sander e l’inizio del “secolo breve”, la storia del Novecento iniziata in quella Germania dove nacque la follia, sconfitta, del nazismo, ma segno di qualcosa che forse riguardava tutto l’Occidente. E i “cataloghi” visivi di Roger Ballen e Larry Fink, grandi lavori, il primo ossessivo, frutto di anni di relazioni, di estetica e comunità, e l’altro completamente libero testimone di una stagione di grande libertà. Apriamo il festival con una grande collettiva di molti fotografi che richiedono allestimenti e materie diverse, e qui sta la magia: restituire con molti sguardi, formati, superfici, l’essenza della fotografia di ritratto, in un grande gioco dove chi guarda è protagonista e vede se stesso. Un gioco di rimandi e specchi tra il momento in cui la foto è stata realizzata e i molti momenti in cui viene vista esattamente nella forma e nella dimensione in cui è stata pensata.
La fotografia produce vita, ricorda vite, anche quando fotografa morte. Biasiucci ci restituisce la memoria di una comunità di soldati “massacrati” e non sappiamo quante delle persone che incontreremo nelle pareti di tutto il festival non sono più su questa terra. Sappiamo però che come Carlo V e sua moglie Isabella, dipinti da Tiziano lui in vita e lei no, continueremo a vivere guardando questi ritratti e avremo voglia di farne molti altri. Nessuna accumulazione inutile, solo lentezza, appartenenza e profondità."
Marco Delogu
[dal sito www.http://www.fotografiafestival.it]
Da martedì a domenica 11.00-19.00; sabato 11.00-22.00
Macro, Museo d'arte contemporanea Via Nizza 138
Chiuso il lunedì, il 25 dicembre e il 1° gennaio; 24 e 31 dicembre chiusura 14.00 ultimo ingresso 13.00
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