«Non mi ha mai interessato la fotografia, ma le immagini. Credo che il mio lavoro inizi laddove finisce la fotografia» Olivo Barbieri. Attorno a questa affermazione, apparentemente paradossale, prende forma il progetto della mostra, pensata come un itinerario per leggere, con un taglio critico, inedito e ragionato, l’opera di uno dei più importanti autori della fotografia italiana contemporanea. Una grande retrospettiva che inquadra, attraverso sei sezioni, i diversi temi o aree di ricerca attorno cui Olivo Barbieri ha sviluppato il proprio lavoro artistico. Fotografie e film illustrano il percorso del fotografo dalla fine degli anni ’70 fino ad oggi: dai primi Flippers ritrovati in una fabbrica abbandonata che giocano con le decadenti icone del moderno, passando per le stranianti immagini notturne dei contesti urbani cui si contrappongono le visioni di volti e paesaggi dei dipinti conservati nei musei; dall’esplorazione delle città italiane e delle periferie degli anni ’80, ai ripetuti viaggi in Cina e in Estremo Oriente, fino alle visioni dall’alto degli anni ’90, primo approccio di quel lavoro sui contesti urbani e naturali che si strutturerà poi in progetto sistematico con la serie site specific_, avviata nel 2003 e tutt’ora in corso.
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