Mostra fotografica di Gaia Squarci dal 3 dicembre 2015 al 28 gennaio 2016 - Galleria STILL, Milano A cura di Denis Curti - Inaugurazione giovedì 3 dicembre 2015 ore 19,00 - Orari: dal lunedì al venerdì 9,00 - 13,00 / 14,00 - 17,30 sabato e domenica su appuntamento - Ingresso libero.
“Hai mai visto uno schermo rotto? E’ come cercare di vederci attraverso. Quando arriva un fascio di luce lo vedi a frammenti, ed e’ difficile capire da dove provenga”. Dale Layne (fotografo cieco del collettivo newyorkese SWPC) Dal 3 dicembre la galleria Still di Milano espone la ricerca fotografica Broken Screen della giovane Gaia Squarci, autrice italiana di base a New York. Un’inedita immersione all’interno della vita quotidiana di persone non vedenti e ipovedenti, nonché un’indagine visiva sulla diversa percezione della realtà che contraddistingue ciascun individuo. «Mentre studiavo fotografia all’ICP di New York -racconta Gaia- mi sono accorta che la mia identità iniziava a prendere forma grazie al mio modo di vedere le cose. Ho iniziato a chiedermi: chi sarei se perdessi la vista? I ciechi vivono in un mondo che vede, segue codici visivi e si fonda sull’immediata, condivisa comprensione di segnali, e questo li porta a navigare un sistema che non e’ fatto per loro». Affrontare un tema come l’assenza della vista in un progetto fotografico sembra un’impresa ambiziosa e a tratti paradossale, eppure le enigmatiche fotografie in bianco e nero di Gaia Squarci sono capaci di accompagnare lo spettatore, passo dopo passo, in un viaggio esplorativo del concetto di visione, innescando, al contempo, riflessioni estremamente attuali circa il potere detenuto dalle immagini oggi.
Fotografie oniriche, a tratti crude, sempre misteriose introducono al senso e all’importanza della “coscienza visiva” che caratterizza ogni uomo, quel bagaglio di memorie, percezioni e impressioni dell’inconscio che determina la nostra particolare visione del mondo e, di conseguenza, la relazione con esso. «Ho chiesto loro di guidarmi nelle loro vite, per svelare il divario tra il concetto di cecità come metafora e la sua realtà. Eliminata la sua aura di mistero, la cecità di tutti i giorni, quella che non si trova tra le parole di una canzone, fa spesso paura ed e’ tenuta a distanza». Gaia Squarci
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