L’Islanda. Un fotografo, già vincitore nel 1989 del premio "Focus on Your World" delle Nazioni Unite, in occasione della Conferenza Mondiale sull‘Ambiente, è riuscito a raccontare le diversità di questo paese, trasformando molte delle sue geografie in astrazioni. Lui si chiama Massimo Lupidi, il suo poetico lavoro è ora raccolto in un libro edito da Sassi e dal titolo “Islanda tra cielo e terra”. Non ha il taglio paesaggistico da National Geographic, per intenderci, va oltre la pura osservazione. Va esattamente dove dovrebbe andare l’approccio al paesaggio: verso la filosofia. Il volume vanta una prefazione di Eliza Reid, first lady della Repubblica d’Islanda , delle poesie della scrittrice islandese Sigurbjörg Þrastardóttir e riunisce una selezione di immagini che riprendono queste lande straordinarie sia da terra che dall’alto. Grazie alle inquadrature aeree, forme e colori ci vengono restituite quasi fossero altro, quasi evocassero dipinti di Pollock o Klee per assumere nuovi significati. Nella sapiente fotografia la realtà sfuma nella pittura, e da un punto di osservazione privilegiato la terra d’Islanda regala astratti giochi di luci, colori e materia in continuo e straordinario divenire.
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