La mostra è un omaggio al fotografo Ernesto Fantozzi (Milano, 1931) e l’inizio di un lavoro di valorizzazione, studio e catalogazione del suo archivio, recentemente donato al Museo di Fotografia Contemporanea.
“Questa fotografia è testimonianza autentica di una situazione spontanea” è la frase manifesto appuntata meticolosamente dall’autore sul verso di ogni stampa. Poche parole, che esprimono la sua idea di fotografia documentaria lontana da ogni formalismo estetico, radicata invece nella realtà e legata alle “cose della vita” che descrive con viva partecipazione “così come sono”.
Fantozzi studia fotografia da autodidatta ed entra a far parte del Circolo Fotografico Milanese del quale è tuttora Socio Onorario e Benemerito. Fotografa dalla fine degli anni cinquanta fino ai primi anni settanta e, dopo una pausa di vent’anni, riprende l’attività fino ai giorni nostri. Sul finire del 1965 fonda, insieme a Carlo Cosulich e Mario Finocchiaro, il “Gruppo 66” composto da fotoamatori con l’obiettivo e l’ideale comune di praticare una fotografia realistico documentaria, testimonianza della realtà.
I reportage in bianco e nero di Fantozzi raccontano la quotidianità che conosce, gli aspetti meno appariscenti e più ordinari della vita. Documenta la città di Milano e il suo hinterland soffermandosi sul paesaggio urbano e suburbano e sul racconto della vita sociale all’interno della metropoli con un’attenzione alle trasformazioni in atto, alle abitudini, alle relazioni e alle persone che la attraversano, che scorrono e si intrecciano. Nelle sue fotografie, stratificate e dense di particolari, convivono il vecchio e il nuovo, la tradizione e la modernità. Con rapidità di visione, profonda intuizione e forte empatia coglie la spontaneità del gesto, l’istante decisivo carico di significato che rende la fotografia emblema di una situazione.
Nel 2002 Ernesto Fantozzi viene nominato “Autore dell’anno” dalla Federazione Italiana Associazioni Fotografiche e un anno dopo riceve il titolo di “Maestro della fotografia italiana”. Il suo lavoro è stato esposto presso diverse istituzioni e pubblicato su riviste e volumi. Sue fotografie sono conservate in collezioni pubbliche e private italiane e straniere, tra cui il MoMA e il Metropolitan Museum di New York.
La mostra ripercorre la sua intera produzione e restituisce, attraverso due differenti modalità di visione, i periodi della sua attività: le stampe raccontano gli anni sessanta; una proiezione presenta invece le fotografie degli anni novanta-duemila. Completa l’esposizione un apparato documentario e bibliografico volto a mostrare materiali d’archivio e alcune delle numerose pubblicazioni in cui il suo lavoro è stato presentato dagli anni sessanta ad oggi.
dal 4 dicembre 2023 al 26 marzo 2023 - Cinisello Balsamo, Milano - Museo di Fotografia Contemporanea
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