Hai mai provato quella sensazione di meraviglia davanti a un tramonto, una distesa di colline o un cielo pieno di nuvole? Viene spontaneo tirare fuori la fotocamera o lo smartphone per fermare quel momento. Ma fare una buona foto di paesaggio – una di quelle che emoziona davvero, che fa venire voglia di essere lì – richiede qualcosa di più di uno scatto veloce.
Perché il paesaggio, anche se sembra immobile, non lo è affatto.
Cambia in continuazione: la luce si sposta, le nuvole si muovono, le stagioni trasformano i colori e le forme. Lo stesso luogo può avere mille volti diversi a seconda dell’ora o del giorno in cui lo guardi. A mezzogiorno può sembrare piatto, mentre all’alba o al tramonto diventa magico. In estate è un’esplosione di verde, in inverno un mondo silenzioso coperto di brina.
E non è solo questione di tempo e natura: anche una macchina che passa in lontananza, il vento che muove le foglie o un gruppo di persone che attraversa il campo visivo possono cambiare l’atmosfera dello scatto. Il paesaggio è vivo, e proprio per questo catturarlo richiede pazienza, sensibilità, attenzione... e un pizzico di tecnica.
Ecco perché, prima di premere il pulsante, è fondamentale fermarsi. Guardare davvero. Respirare l’aria del posto, osservare la luce, ascoltare i suoni. Perché le foto migliori – quelle che raccontano qualcosa – si scattano prima con gli occhi e con il cuore.
🎯 Consiglio pratico
Fai un giro senza pensare subito a scattare, solo per esplorare. Ti aiuterà a trovare l’inquadratura perfetta e a notare dettagli nascosti.
Per fare una bella foto di paesaggio non basta trovarsi in un posto spettacolare: l’obiettivo è far desiderare, a chi guarda la tua foto, di essere lì con te. Una foto davvero riuscita è quella che riesce a raccontare un luogo in modo chiaro, armonioso, emozionante… e magari con un piccolo dettaglio che la rende unica e indimenticabile.
Ma come si fa? Qual è il segreto per ottenere un risultato del genere?
In realtà non esiste una formula magica, ma ci sono alcuni elementi che devi sempre tenere d’occhio. I più importanti sono due: la luce e la composizione. La luce cambia in base all’ora del giorno ma anche in base al meteo: sole, nuvole, nebbia o pioggia trasformano completamente un paesaggio. La composizione, invece, riguarda il modo in cui “organizzi” la scena dentro al fotogramma: il formato scelto, la posizione dell’orizzonte, l’uso delle linee e delle proporzioni (come la famosa regola dei terzi) fanno una grande differenza.
Questi sono i fondamentali della fotografia di paesaggio. Se impari a gestirli con un po’ di attenzione – e ci aggiungi il tuo tocco personale – potrai creare immagini che non solo documentano un luogo, ma lo rendono reale, vivo agli occhi di chi guarda.
Prima di entrare nel dettaglio, però, diamo uno sguardo a ciò che ti serve: l’attrezzatura giusta e le impostazioni della fotocamera.
Per fotografare bene un paesaggio non serve avere l’attrezzatura più costosa del mondo. Ma ci sono alcune cose davvero utili da tenere nello zaino! La fotocamera, ovviamente, è il punto di partenza (vale anche uno smartphone, ma con diversi limiti). Se usi una macchina fotografica con obiettivi intercambiabili, prova ad avere almeno:
Più che ottiche super luminose (quelle molto costose), ti serve un buon cavalletto: stabile, con testa snodabile e magari una “bolla” per tenere l’orizzonte dritto. Serve anche per usare diaframmi chiusi (cioè più nitidezza da vicino a lontano) senza mosso.
Altri accessori super utili:
🎯 Occhio all’ambiente:
- Al mare, proteggi tutto da sabbia, sale e caldo: usa una cover impermeabile o una macchina water-resistant.
- In montagna, viaggia leggero e preparati al freddo: scegli solo il necessario e proteggi bene l’attrezzatura.
Quando si parla di fotografia di paesaggio, tutti pensano subito al grandangolo. E in effetti è un’ottima lente per “abbracciare” più cose, cioè per includere una scena ampia anche da vicino. Ma… c’è un ma!
Il grandangolo, se usato senza attenzione, può dare l’illusione che tutto sia troppo lontano. Lo sfondo si rimpicciolisce e il paesaggio perde forza. Per questo motivo, serve sempre un soggetto forte in primo piano: un albero, una roccia, un fiore… qualcosa che dia equilibrio e profondità alla composizione. Ci torneremo ancora parlando di composizione.
Nella fotografia di paesaggio, il treppiede è uno strumento spesso sottovalutato ma preziosissimo. I motivi ti saranno chiari continuando a leggere questa guida ma qui ne anticipiamo qualcuno. Il cavalletto infatti, ti permette di mantenere la fotocamera perfettamente ferma anche con tempi di scatto lunghi, di comporre con precisione, e di lavorare con calma, senza il rischio di mosso.
Il treppiede diventa indispensabile in tre casi chiave: quando la luce è scarsa all'alba o al tramonto e hai bisogno di tempi lunghi; quando usi filtri ND per effetti creativi come l'acqua setosa; quando vuoi una composizione perfetta, dove ogni elemento deve stare esattamente al posto giusto. In queste situazioni, il treppiede non è un optional: è la differenza tra una foto buona e una eccezionale.
Un altro vantaggio è che, una volta montata la fotocamera, puoi prenderti tempo per osservare meglio la scena, riflettere sulla composizione, o attendere il momento giusto (ad esempio quando una nuvola si sposta, o una figura entra in campo).
Imposta la tua fotocamera in modo da avere un po’ di controllo sull’immagine. Se sei alle prime armi, puoi partire con la modalità Paesaggio (presente su molte fotocamere e smartphone): imposta automaticamente tutto per avere colori vividi e una scena ben nitida.
Vuoi fare un passo in più? Prova la modalità Av (Priorità di Apertura) e scegli un diaframma chiuso (es. f/8 – f/16) per avere tutto a fuoco, dal primo piano allo sfondo. La fotocamera penserà al tempo di scatto.
🎯 Tieni gli ISO bassi (100 o 200) per evitare che l’immagine venga “rovinata” da troppo rumore, soprattutto nei cieli. Se la luce è poca, non aumentare gli ISO: meglio usare un cavalletto e allungare un po’ il tempo di scatto. Anzi, se puoi usa il cavalletto anche se ti sembrerà di non averne bisogno: le foto saranno più stabili e dettagliate.
🎯 Se puoi, scatta in RAW, così potrai correggere meglio luce e colori dopo. E se il cielo è troppo chiaro, prova a sottoesporre leggermente: salverai i dettagli senza bruciarlo.
La luce è la materia prima della fotografia. La luce può trasformare una scena banale in uno spettacolo mozzafiato… o viceversa. Lo stesso luogo può apparire piatto e anonimo a mezzogiorno, ma diventare magico all’alba o al tramonto.
I momenti migliori per fotografare sono spesso chiamati "le ore d’oro": poco dopo l’alba e poco prima del tramonto. In questi momenti, la luce è calda, radente e morbida. I colori diventano più intensi, le ombre più lunghe, l’atmosfera più suggestiva. Al contrario, nelle ore centrali della giornata, la luce è più dura e verticale, e spesso rende i paesaggi piatti e senza carattere. Meglio evitare le ore centrali del giorno, soprattutto d’estate.
Un altro momento speciale è l’"ora blu", cioè i minuti prima del sorgere del sole o subito dopo il tramonto, quando il cielo si tinge di blu profondo e le luci naturali si fondono con quelle artificiali, creando un effetto affascinante.
Ma la vita reale non sempre ci permette di scegliere l'orario perfetto. Niente paura: ogni luce ha il suo carattere.
Con il sole alto e cielo sereno, la luce è cruda e diretta. Invece di combatterla, usala a tuo vantaggio: cerca forme geometriche, giochi di ombre, contrasti decisi. Quando le nuvole fanno capolino, diventano enormi diffusori naturali che ammorbidiscono la luce e regalano cieli drammatici. Il cielo diventa più interessante e le foto guadagnano atmosfera. Questo è uno dei momenti migliori per scattare!
E nelle giornate grigie o di foschia? Qui la luce è una coperta uniforme che avvolge tutto. Perfetta per atmosfere malinconiche o per far risaltare i colori autunnali, ma attenzione a non perdere la profondità: cerca sempre un elemento in primo piano che rompa la monotonia.
🧪 Prova a vedere che succede:
Fai un esperimento: fotografa lo stesso soggetto in orari diversi e con condizioni meteo varie. Vedrai che ogni scatto racconterà una storia completamente diversa!
La composizione è l’arte di organizzare gli elementi all’interno dell’inquadratura per guidare l’occhio di chi guarda e trasmettere una sensazione, un equilibrio, una storia. Anche nei paesaggi, dove tutto sembra “già lì”, scegliere come inquadrare fa la differenza tra una foto banale e una che colpisce.
Il formato
Il formato ideale per il paesaggio è quello orizzontale. È il formato più usato, perché richiama il modo naturale in cui vediamo il mondo: il nostro campo visivo è più largo che alto. Un panorama orizzontale trasmette ampiezza, respiro, tranquillità. È una scelta naturale se usi una reflex o una mirrorless; lo è meno se stai scattando con un cellulare.
Tuttavia, non sottovalutare il formato verticale: può rivelarsi una scelta sorprendentemente efficace in molte situazioni. Ad esempio, se stai fotografando un albero slanciato, una montagna imponente, una torre o una cascata, l’inquadratura verticale aiuta a valorizzarne la forma e la direzione. Ottimo anche per i social, dove il verticale domina.
È utile provare entrambi, anche della stessa scena: può farti scoprire nuovi punti di vista e migliorare la tua sensibilità fotografica.
Uno degli elementi chiave è la posizione della linea dell’orizzonte. Se è storta, anche la foto più bella perde forza! Quindi prima di scattare, assicurati che sia ben dritta e parallela al bordo inferiore dell’immagine. Sembra facile, ma è uno degli errori più comuni, soprattutto quando si scatta al volo o senza cavalletto. Se hai una livella (o “bolla”) sulla fotocamera o sul cavalletto, usala!
Ma non basta tenerla dritta: la sua posizione cambia tutta la foto. Hai tre possibilità:
Il trucco è scegliere in base a cosa vuoi raccontare: se il cielo è interessante, dagli spazio. Se invece il paesaggio sotto è il protagonista, lascia il cielo in secondo piano.
È una delle regole più semplici e potenti: immagina di dividere l’inquadratura in nove rettangoli uguali con due linee verticali e due orizzontali. I punti in cui queste linee si itersecanoo sono detti nodi e individuano ottime posizioni per i soggetti principali. Mettere l’orizzonte su una delle due linee orizzontali, o un albero, una casa, una figura umana su uno dei punti di incrocio, rende l’immagine più dinamica ed equilibrata.
🎯 Per rendere ancora più efficace la composizione, per dare "profondità" all'immagine, si possono usare le linee guida naturali: un sentiero, una strada o una fila di alberi che parte dal basso e porta lo sguardo verso il fondo. E se in lontananza c’è un altro elemento interessante, come una montagna o una luce, basta posizionarlo in uno dei nodi e la foto avrà ancora più forza.
Nella fotografia di paesaggio si tende a voler tutto a fuoco, dal primo piano fino all’orizzonte. Questa sensazione di nitidezza generale si ottiene grazie a una profondità di campo molto ampia, cioè una zona di nitidezza molto ampia. Se vuoi che tutto, dal primo piano fino alle montagne sullo sfondo, sia ben visibile, devi usare un diaframma chiuso (numeri alti come f/11 o f/16) e, spesso, un cavalletto per non avere mosso.
🎯 Ricorda che la profondità di campo dipende principalmente da tre fattori:
- Apertura del diaframma: più il diaframma è chiuso (f/11, f/16…), più ampia è la zona a fuoco.
- Distanza dal soggetto: più ti allontani, più la profondità aumenta.
- Lunghezza focale: grandangoli (16–35mm) tendono ad avere maggiore profondità di campo rispetto a obiettivi più lunghi.
Già, ma... dove mettere a fuoco quando fotografi un paesaggio?
Molti, soprattutto all'inizio, scelgono di mettere a fuoco “in fondo”, sull’orizzonte o su qualche montagna lontana. E in effetti questa scelta può funzionare, ma se vuoi ottenere una nitidezza perfetta in tutta l’immagine, c’è un trucco semplice che migliora di molto il risultato: metti a fuoco su un punto che si trova circa a un terzo della scena. Né troppo vicino, né troppo lontano — spesso nel primo piano. Così sfrutti al meglio la profondità di campo e rendi nitidi sia gli elementi davanti che quelli sullo sfondo.
Per farlo con precisione, però, può essere utile passare alla messa a fuoco manuale, soprattutto se la fotocamera non è molto precisa in automatico. In alternativa, puoi usare il metodo del fuoco e ricomposizione: premi leggermente il pulsante di scatto per bloccare la messa a fuoco su un punto preciso (quello che ti interessa), poi ricomponi la scena come desideri e infine premi fino in fondo per scattare.
È un piccolo accorgimento, ma può fare una grande differenza nella nitidezza del tuo paesaggio!
🎯 Attenzione: mostrare ogni dettaglio del paesaggion on è sbagliato, ma se manca un punto forte che attiri lo sguardo, l’immagine può sembrare piatta. Come detto sfruttare le "linee guia natrali" e porre i soggetti più importanti sfruttando la regola dei due terzi aiuta tanto ma in alcuni casi, può essere interessante isolare una parte del paesaggio lasciando sfondo e primo piano fuori fuoco, per dare enfasi o creare atmosfera. Ad esempio, un fiore a fuoco in un prato sfocato, oppure una figura umana che emerge da uno sfondo morbido.
Anche il più maestoso dei paesaggi, se fotografato da solo, può risultare freddo o impersonale. Aggiungere un elemento narrativo – come una figura umana, un animale o un oggetto – può dare vita, significato e scala alla scena.
Una persona che cammina su un sentiero, una barca solitaria su un lago, una panchina vuota in un campo, un cane che corre sulla spiaggia… sono tutti dettagli che trasformano un paesaggio in una storia. Chi guarda la foto inizia a porsi domande: chi è quella persona? dove sta andando? perché è lì?
Oltre all’aspetto narrativo, questi elementi aiutano anche a dare un senso di proporzione. Senza un riferimento, è difficile percepire quanto sia grande una montagna o quanto sia ampia una vallata. Basta un piccolo soggetto umano per far apparire il paesaggio immenso e potente.
Naturalmente, l’elemento narrativo deve essere scelto con attenzione: non deve distrarre, ma completare la scena. Deve sembrare parte del paesaggio, non un’aggiunta forzata.
Dieci consigli pratici per portare a casa paesaggi efficaci e ben costruiti.
Porta l’attrezzatura giusta
Un obiettivo grandangolare ti aiuta a catturare ampie vedute, mentre un treppiede ti permette scatti più stabili e ragionati, soprattutto con poca luce.
Scegli la luce migliore
L’alba e il tramonto sono i momenti ideali per cogliere colori intensi, ombre morbide e un’atmosfera più suggestiva.
Componi con criterio
Usa la regola dei terzi, le linee guida e i diversi piani della scena per dare profondità e ordine alla tua immagine.
Tieni l’orizzonte dritto
Anche un piccolo disallineamento può distrarre: usa la griglia della fotocamera o una livella.
Chiudi il diaframma per avere tutto nitido
Imposta aperture come f/8 o f/11 per ottenere una profondità di campo ampia, ideale nei paesaggi.
Metti a fuoco al punto giusto
Non puntare troppo lontano: metti a fuoco a circa un terzo della scena per avere nitidezza dal primo piano allo sfondo.
Esplora diversi punti di vista
Scatta dal basso, dall'alto, avvicinati o allontanati: piccoli cambiamenti nella posizione possono trasformare una foto.
Inserisci un elemento narrativo
Una figura umana, un animale o un oggetto aiutano a raccontare una storia e danno un senso di scala.
Ritorna nello stesso luogo
Un paesaggio cambia con le stagioni, la luce e il meteo. Tornarci ti aiuta a coglierne l’anima.
Sperimenta e divertiti
Segui le regole, ma non aver paura di romperle se serve a raccontare meglio la tua visione del paesaggio.
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